Sab. Apr 20th, 2024

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Andrea Scanzi non ha gradito l’iniziativa presa da Antonio Razzi, che si è recato sul fronte a portare aiuti alla popolazione ucraina vessata dalla guerra scatenata da Vladimir Putin.

“Ma perché in questo paese – ha scritto il giornalista del Fatto Quotidiano via Facebook dobbiamo sempre confondere la tragedia con la farsa? Lo vogliamo capire che avere mandato Razzi in Parlamento NON fa ridere, ma è un ulteriore svilimento della politica?”. E ancora: “Lo vogliamo capire che Razzi al fronte è una vergogna? A me queste immagini non fanno ridere: fanno pena. E schifo”. La riflessione è accompagnata da una fotografia dell’ex senatore che viene intervistato in Ucraina per la sua azione solidale.

Insomma, per Scanzi, Antonio Razzi non è in possesso dei requisiti minimi. Anzi, la presenza dell’ex parlamentare in Ucraina è una vera e propria “vergogna”. La solidarietà diviene così un campo in cui si può sentenziare e sul quale Scanzi, come spesso capita, rivendica una facoltà di giudizio complessivo.

Con ogni probabilità, gli ucraini non avranno invece fatto storie per l’ausilio ricevuto: temiamo che la popolazione guidata da Volodymyr Zelensky abbia meno tempo del giornalista del Fatto per fare considerazioni su chi sia l’interlocutore di un gesto d’ausilio durante un conflitto. Il punto sollevato a livello maggioritario via social, tuttavia, non è questo.

Più di qualcuno ha voluto ricordare a Scanzi da quale pulpito provenga la predica. Per esempio, il giornalista Carlo Terzano, di Radio24, ha fatto notare quanto segue: “Effettivamente, saltare la fila per il vaccino spacciandosi per caregiver, è un vanto, portare aiuti a chi soffre, una vergogna”, ha scritto a mezzo social. Già, perché Scanzi distribuisce con facilità giudizi su quanto messo in campo da Antonio Razzi per le popolazioni ucraine, ma dimentica forse d’indagare la morale per quel che riguarda altre azioni che possono essere state accompagnate da un certo grado di mediaticità.

Forse non si tratta neppure della solita “doppia morale” della sinistra. Se non altro perché, a ben vedere, Razzi non ha nulla da farsi rimproverare in questa circostanza. Qualche riflessione in più, invece, potrebbe essere presentata in relazione a chi, durante una fase davvero complessa della pandemia, potrebbe aver sfruttato la sua posizione per saltare la fila e ricevere la vaccinazione anti-Covid19. Certo, il procedimento com’è noto è stato archiviato ma ci sarà consentito – speriamo – soppesare ancora l’entità di quel gesto. “Andrea Scanzi non aveva diritto a ricevere la dose del vaccino anti-Covid, tuttavia non ha commesso alcun reato”, ha fatto presente il Codacons ai tempi.

A meno che i precetti generali di Scanzi sulla solidarietà prevedano chi possa e chi non possa giudicare, ipotizziamo che quanto messo in campo da Razzi per l’Ucraina non sia passibile di giudizi moralistici e non comporti alcuna “vergogna”. A differenza di altro.



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