Mer. Apr 24th, 2024

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di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini

Le notizie di domenica 3 aprile sulla guerra, minuto per minuto. Uccisi 158 bambini dall’inizio della guerra in Ucraina, pronti anche oggi bus per evacuare Mariupol

* La guerra in Ucraina è al 39esimo giorno: secondo quando comunicato dagli ucraini l’intera regione di Kiev non è più in mano dei russi,
* Il ritiro dei russi permette di scoprire quanto hanno lasciato in alcune città. In particolare, scene di orrore arrivano da Bucha: scoperte fosse comuni e corpi in strada con le mani legate: è il martirio di una città distrutta.
* Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel denuncia le «atrocità» dell’armata russa nella regione di Kiev, e invoca maggiori sanzioni nei confronti di Mosca.

***

Ore 13.10 — Esplosioni nella città russa di Belgorod
Si sono sentite due esplosioni nella città russa di Belgorod, vicino al confine con l’Ucraina . Lo hanno detto due testimoni a Reuters, pochi giorni dopo l’accusa di un attacco dalle forze ucraine. Uno dei testimoni ha detto che le esplosioni erano così potenti da scuotere i vetri delle finestre della sua casa a Belgorod.


Ore 13.00 — Borrell, sconvolto da atrocità russe
«Sconvolto dalle notizie delle atrocità commesse dalle forze russe. L’Ue collabora con l’Ucraina per documentare i crimini di guerra. Tutti i casi dovranno essere giudicati dalla Corte internazionale» dell’Aja. È quello che ha scritto l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, in un tweet.


Ore 12.30 — Roman Abramovich, mediatore per caso
Defilato mentre le delegazioni ufficiali si confrontavano sedute ai lati opposti di un lungo tavolo. Sempre a guardare il telefonino, come se si fosse trovato lì per caso e se quello che avveniva nella stanza non lo interessasse. Roman Abramovich in questi giorni è sembrato un po’ il viaggiatore occasionale capitato nella sala d’attesa sbagliata. E questo ha rafforzato la tesi di chi ha sostenuto fin dall’inizio che l’oligarca russo, ex patron del Chelsea, avesse accettato il coinvolgimento nella vicenda russo-ucraina solo per salvare il maggior numero possibile dei suoi asset. Ne scrive qui Fabrizio Dragosei.


Ore 12.08 — Sindaco Kiev: «A Bucha genocidio di Putin, fermate import gas»
«Quello che è accaduto a Bucha e in altri sobborghi di Kiev può solo essere definito genocidio». Lo ha detto il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, dicendosi scioccato per quelli che definisce «crudeli crimini di guerra» commessi dai soldati russi nella cittadina di Bucha, a nordovest della capitale ucraina, riferendosi alle notizie di esecuzioni di civili. Klitschko ha detto che il presidente russo Vladimir Putin è responsabile di questi «crudeli crimini di guerra» e ha aggiunto che i civili sono stati «uccisi con le mani legate». Il sindaco di Kiev ha chiesto al mondo e in particolare alla Germania di porre fine immediatamente alle importazioni di gas dalla Russia: «Specialmente per la Germania, ci può essere solo una conseguenza: neanche un euro dovrebbe andare alla Russia, sono soldi insanguinati usati per massacrare persone. Deve arrivare immediatamente l’embargo su gas e petrolio».

Ore 11.58 — Comandante Azov: «A Mariupol russi guadagnano terreno»
«La situazione a Mariupol è critica. Combattimenti sono in corso nell’intera città». Lo ha detto, intervistato dall’emittente Suspilne, Maxim Zhorin, co-comandante delle truppe Azov. «Il nemico sta guadagnando terreno, occupando nuove strade e case. Enormi le perdite ma contemporaneamente anche la nostra cattura di soldati russi e uccisione dei nemici. Abbiamo bisogno di prigionieri, per garantirci un fondo di scambio e avere una posizione più forte nei negoziati». Parte della città di Mariupol è controllata da Azov e dalla Marina militare ucraina. In particolare il distretto Azovstal ed il porto.

Ore 11.46 — Kuleba, «Massacro Bucha atto deliberato, subito nuove sanzioni G7»
«Il massacro di Bucha è un atto deliberato, i russi vogliono eliminare più ucraini che possono», scrive il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, sollecitando «nuove sanzioni devastanti subito» da parte del G7. «Dobbiamo fermarli e buttarli fuori», ha scritto in un tweet in cui chiede un embargo sul petrolio, il gas e il carbone, la chiusura di tutti i porti a navi e beni russi, la disconnessione di tutte le banche russe dal circuito Swift».

Ore 11.46 — Michel, si lavora a nuove sanzioni
L’Ue lavora alla messa a punto di nuove sanzioni contro la Russia e a nuovi sostegni all’Ucraina. Lo scrive su twitter il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel il quale si è detto «scioccato dalle immagini delle atrocità commesse dall’esercito russo nella regione di Kiev ora liberata». L’Ue «sta assistendo gli ucraini e le Ong nel raccogliere le prove da portare nelle corti internazionali», aggiunge Michel.

Ore 11.42 — Papa, guerra sacrilega, Paese martoriato
Sono «81.739 le persone giunte finora in Italia» dall’Ucraina. Si tratta, riferisce il Viminale su Twitter, di «42.181 donne, 8.285 uomini e 31.273 minori. Rispetto a ieri, l’incremento è di 1.117 ingressi nel territorio nazionale: le destinazioni principali sono Milano, Roma, Napoli e Bologna».

Ore 11.41 — Viminale, 81.739 persone giunte finora in Italia di cui 31.273 minori
Sono «81.739 le persone giunte finora in Italia» dall’Ucraina. Si tratta, riferisce il Viminale su Twitter, di «42.181 donne, 8.285 uomini e 31.273 minori. Rispetto a ieri, l’incremento è di 1.117 ingressi nel territorio nazionale: le destinazioni principali sono Milano, Roma, Napoli e Bologna».

Ore 11.37 — Hrw, indagare per crimini guerra in zone controllate da russi
Human Rights Watch chiede un’indagine per quanto accaduto in Ucraina, denunciando presunti crimini di guerra nelle zone controllate dalla Russia e documentando, in un nuovo report, casi di stupri, uccisioni, esecuzioni sommarie e altre atrocità sia a Bucha che altrove. «Crudeltà folle e deliberata e violenze contro i civili ucraini da parte delle forze russe», scrive lo European Media Director di Hrw, Andrew Stroehlein. Secondo quanto ricostruito da Human Rights Watch nel report, il 4 marzo le forze russe a Bucha, a circa 30 chilometri a nord-ovest di Kiev, hanno arrestato cinque uomini e ne hanno giustiziato sommariamente uno. Un testimone ha detto a Human Rights Watch che i soldati hanno costretto i cinque uomini a inginocchiarsi sul ciglio della strada, coprendosi la testa con le loro magliette e sparando a uno di loro dietro la testa. «È crollato», ha detto il testimone, «e le donne hanno urlato».

Ore 11.09 — Fuoco su civili durante manifestazione a Kakhovka, nella regione di Kherson
L’esercito russo ha aperto il fuoco sui civili durante una manifestazione pacifica a Kakhovka, nella regione di Kherson. Alcuni manifestanti sono stati detenuti e ci sono feriti. Questo si legge sul canale telegram della tv Suspilne.

Ore 10.46 — Ucraina, le vite perdute dei reporter e degli inviati, sacrificate per mostrare al mondo la guerra
L’ultimo di cui si ha notizia è Maksym Levin, 41 anni, fotografo e documentarista, ritrovato morto nella regione di Kiev, insignito oggi dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky di un’alta onorificenza postuma. Prima di lui molti altri: giornalisti, operatori televisivi e fotografi uccisi, feriti, minacciati, rapinati oppure rapiti dai russi. Qui l’approfondimento della nostra inviata Giusi Fasano.

Ore 10.38 — Ucraina, a Bucha morti in strada e fosse comuni: le accuse alla Russia
A nord di Kiev ci sono fosse comuni, cadaveri di civili per la strada, gente fucilata con le mani legate dietro la schiena. E poi edifici bruciati, auto bucherellate dai proiettili, resti anneriti dei veicoli militari russi distrutti nella battaglia. Qui il servizio del nostro inviato Lorenzo Cremonesi.

Ore 10.24 — Odessa, siti petroliferi colpiti, il sindaco della città: «Nessun ferito»

(Marta Serafini, inviata a Odessa) Il sindaco della città Gennady Trukhanov sull’attacco missilistico di questa mattina che ha colpito due siti petroliferi della città di Odessa: «Fortunatamente, non ci sono feriti, le case sono danneggiate — le finestre sono rotte, i tetti dei tetti del relitto vengono distrutti. Le utilità sono già in atto. Forniremo tutta l’assistenza necessaria a coloro che hanno alloggi danneggiati. La situazione è attualmente sotto controllo. Voglio chiedere ai cittadini di rimanere calmi».

Ore 10.10 — Mosca, distrutta raffineria petrolio Odessa
«Questa mattina missili di precisione guidati dal mare e dall’aria hanno distrutto una raffineria di petrolio e 3 impianti di stoccaggio di carburante nelle vicinanze di Odessa, che fornivano carburante al gruppo di forze ucraine vicino a Mykolaiv». Lo dichiara il portavoce del ministero della difesa russo, Igor Konashenkov, ripreso da Interfax. Sarebbero almeno 5 i punti di impatto. Ma, secondo l’ufficiale del comando operativo «Sud» Vladislav Nazarov, citato da Unian, non ci sarebbero vittime.

Ore 9.41 — Kiev, anche oggi pronti bus per evacuare Mariupol
Anche oggi è aperto un corridoio umanitario per evacuare le persone da Mariupol a Zaporizhzhia. Lo ha affermato la vice primo ministro ucraina Iryna Vereshchuk, citata da Ukrinform. «Continuiamo a lavorare sull’evacuazione delle persone lungo il corridoio umanitario da Mariupol a Zaporizhzhia. Attualmente, ci sono 17 autobus vicino a Berdyansk, 10 per l’evacuazione di Mariupol da Berdyansk. Se gli autobus non passano per la città, chiediamo alle persone di recarsi al posto di blocco all’ingresso della città. Sette bus cercheranno di passare più vicino a Mariupol accompagnati dal Comitato Internazionale della Croce Rossa».

Ore 9.36 — Rilasciato il sindaco di Beryslav catturato dai russi il 20 marzo
Il sindaco di Beryslav, Oleksandr Shapovalov, è stato rilasciato dai russi che lo avevano catturato lo scorso 20 marzo. Il sindaco in persona ha confermato la sua liberazione all’emittente Suspilne. «Sono stato rilasciato la scorsa notte, adesso sono a casa. Va tutto bene», ha dichiarato. Dal giorno della cattura di Shapovalov non erano state date notizie sulla sua sorte. Al momento non ci sono altri dettagli.

Ore 9.05 — Kiev, sale a 416 numero bimbi vittime, 158 uccisi
Sale a 416, di cui 158 uccisi e più di 258 feriti, il numero dei bambini vittime della guerra in Ucraina. Lo riporta l’ufficio del procuratore generale su Telegram, ripreso da Unian. «Questi dati non sono definitivi, poiché è in corso l’identificazione nei territori temporaneamente occupati e liberati. In particolare, nella città di Mariupol, in alcune aree delle regioni di Kiev, Chernihiv e Lugansk», afferma il procuratore.

Ore 8.12 — Forti esplosioni a Odessa

(Marta Serafini, inviata a Odessa) – Il comandante Vladislav Nasarov, rappresentante delle forze militari del Sud dell’Ucraina, dice che non ci sono feriti finora, e ha confermato attacchi a infrastrutture strategiche di Odessa.

(Odessa è il porto più importante dell’Ucraina, ed è sede del quartier generale della Marina militare ucraina. Il Sunday Times di oggi scrive che il premier britannico Boris Johnson vuole inviare a Kiev missili anti-nave per impedire ai russi di avanzare sulla città; il report quotidiano del ministero della Difesa britannico spiega che il blocco navale russo impedisce all’Ucraina di ricevere merci dal mare).

Ore 8.00 — Il cacciatore del tesoro di Putin
(Luigi Ippolito, corrispondente da Londra) Sono anni che il Cremlino gli dà la caccia: Bill Browder è la bestia nera di Putin, il finanziere anglo-americano che è stato il promotore del Magnitsky Act, la legge voluta da Obama che sanziona la corruzione e le violazioni dei diritti umani in Russia. Sergej Magnitsky era l’avvocato e socio russo di Browder: venne fatto morire in carcere dopo che aveva portato alla luce una maxi-frode di Stato da 230 milioni di dollari. E una parte di quel malloppo, sostiene Browder nel suo libro Freezing Order, in uscita in questi giorni, finì direttamente nelle tasche di Putin.

È da allora che Browder si batte per rendere giustizia a Magnitsky e fare luce sul tesoro nascosto del leader russo: «Ha 200 miliardi di dollari, li custodiscono gli oligarchi», dice al Corriere.

Mosca ha emesso un mandato di cattura contro di lui tramite l’Interpol e ha cercato più volte di farlo arrestare: ma il Cremlino, quando deve sbarazzarsi di personaggi scomodi, sa ricorrere a metodi ben più sinistri. Nonostante ciò, Browder non si nasconde: all’ingresso del suo ufficio, all’ultimo piano di un palazzo nel cuore della City di Londra, non ci sono misure di sicurezza né guardie del corpo. Ed è lui stesso, mano tesa e modi affabili, che viene incontro a ricevere il visitatore. (
Qui l’intervista integrale
)

Ore 7.50 — La Cia ha rivelato all’Ucraina i piani di attacco russi, prima dell’inizio della guerra


(Guido Olimpio)
La Cia avrebbe fornito agli ucraini informazioni cruciali per contrastare la fase iniziale dell’invasione russa. A metà gennaio il direttore William Burns – scrive il Wall Street Journal – ha compiuto una visita segreta a Kiev ed ha passato i dettagli a Zelensky.

L’intelligence aveva raccolto elementi precise sulle direttrici d’attacco e in particolare sull’assalto all’aeroporto di Gostomel, a nord di Kiev.

E la resistenza si è preparata: quando le unità elitrasportate sono arrivate nello scalo hanno avuto perdite pesanti. Il loro obiettivo era quello di creare una testa di ponte per favorire l’afflusso di rinforzi con aerei e parà. Ma la manovra sarebbe saltata.

È probabile anche che Mosca contasse su un’azione di una quinta colonna, composta da collaborazionisti, che doveva favorire l’eliminazione del presidente o costringerlo alla fuga. E se ricordate in quelle ore drammatiche gli Usa avevano offerto a Zelensky la via dell’esilio, scenario respinto dal leader.
Qui l’approfondimento di Guido Olimpio e Andrea Marinelli

Ore 7.40 — Da dove arriverà il gas, all’Italia?
«Il 38 per cento del fabbisogno italiano di metano arriva dalla Russia. Come possiamo sostituire — il più in fretta possibile — quel gas, ora che Mosca pretende il pagamento in rubli? La diversificazione delle fonti energetiche — scrive Fabio Savelli, qui — è partita il giorno stesso dell’invasione dell’Ucraina e ora il lavoro del governo per smontare la relazione stretta con Mosca, amplificata in questi anni, comincia a dare i suoi frutti con nuove forniture dall’Algeria, la Libia, il Mozambico e l’Angola in coerenza con le ultime missioni del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio». Qui tutti i dettagli.

Ore 7.30 — L’intervista al ministro degli Esteri ucraino

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) «Come cristiano credo fermamente che Dio apprezzerebbe grandemente la visita del Papa a Kiev e noi lo accoglieremmo a braccia aperte». Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, 40 anni, all’inizio della nostra lunga intervista tiene a ricordare con affetto la famiglia Ventre, di Atripalda nell’Avellinese, che dopo il disastro alla centrale nucleare nel 1986 lo accolse ragazzino «con amore come fossero i miei genitori» nel contesto del programma di aiuto per i «bambini di Chernobyl».

A che punto è il processo di pace?
«Stiamo continuamente parlandoci, cerchiamo soluzioni. Ma tutti i problemi chiave restano irrisolti. E a prescindere dal canale diplomatico, sul campo l’esercito russo continua ad attaccare: sparano missili sulle nostre città, i loro soldati compiono crimini contro l’umanità. Anche quando registriamo piccoli successi nei colloqui l’aggressione militare procede più sanguinosa e distruttiva che mai».

In Italia c’è dibattito sulla scelta del governo di mandarvi aiuti e armi.
«Vorrei dire che coloro che rifiutano l’invio di armi all’Ucraina in realtà sostengono la continuazione della guerra. Prima noi saremo in grado di espellere i russi e prima la guerra sarà finita. Noi apprezziamo molto Mario Draghi e il mio collega Luigi Di Maio: si sono schierati dalla parte giusta della storia sin dal primo giorno di guerra. Noi ci aspettiamo dall’Italia le armi necessarie a difenderci e siamo felici si sia assunta il ruolo di Paese guida nello sforzo di farci entrare in Europa come membro a pieno titolo. La loro scelta, infine, di farsi garanti della nostra sicurezza negli assetti eventualmente nati dal processo di pace è un segno di grande amicizia e serietà».

L’intervista integrale, in esclusiva, è qui.

Ore 7.20 — Il nuovo discorso di Zelensky
Il presidente ucraino Zelensky ha parlato nuovamente nella notte. Ha avvertito che la Russia ora punta a occupare l’intero Donbass e il Sud dell’Ucraina; ha spiegato che la battaglia dovrà continuare, parallelamente agli sforzi diplomatici; ha di nuovo accusato l’Occidente di non aver inviato armi a sufficienza — a partire dai sistemi antimissile — per contrastare i russi, pur parlando di una fruttuosa conversazione con il premier britannico, Boris Johnson, che ha promesso «aiuti tangibili» e «nuove sanzioni contro Mosca» da parte dell’Europa.

7.00 — Forti esplosioni a Odessa

(Marta Serafini, inviata a Odessa) Forti esplosioni nel cielo di Odessa, colpita vicino al centro verso le 6 del mattino ora locale. Sono stati colpiti depositi e raffinerie di petrolio con missili vicino al porto. Siamo sul posto e ci sono mezzi dei vigili del fuoco e ambulanze, fiamme alte e fumo nero che si leva sulla città. Non ci sono ancora dichiarazioni ufficiali. Testimoni sul posto dicono di aver sentito sei forti esplosioni alle sei del mattino. Le case vicino al deposito di petrolio sono state danneggiate.

(Odessa è il porto più importante dell’Ucraina, ed è sede del quartier generale della Marina militare ucraina. Il Sunday Times di oggi scrive che il premier britannico Boris Johnson vuole inviare a Kiev missili anti-nave per impedire ai russi di avanzare sulla città; il report quotidiano del ministero della Difesa britannico spiega che il blocco navale russo impedisce all’Ucraina di ricevere merci dal mare).

3.49 — Sirene antiaeree nelle città. Kiev: abbattuti caccia e missili russi

Tornano a suonare nella notte in Ucraina le sirene che segnalano il percolo di attacchi aerei. L’allarme è scattato alle 4.20 locali (3.20 in Italia) in molte città, tra cui Kiev, Leopoli, Dnipropetrovsk e Odessa. Le autorità ucraine hanno segnalato la presenza di bombardieri russi in volo che potrebbero sganciare ordigni su infrastrutture e insediamenti civili. L’Air Command dell’Ucraina, intanto, rende noto di aver abbattuto otto bersagli aerei dell’aviazione russa nelle ultime 24 ore: quattro missili, due cacciabombardieri Su-34, un elicottero e un drone.

Ore 3.00 — Orrore a Bucha: bambini usati come scudi umani dai russi. Civili uccisi in strada, centinaia nelle fosse comuni
Bambini usati come scudi umani dalle truppe russe in ritirata, fosse comuni, vittime civile, con i corpi ritrovati con le mani legate. È un quadro devastante quello che emerge, dopo la liberazione, dalla martoriata città di Bucha. Testimoni accusano i soldati russi di aver usato i bambini ucraini come «scudi umani» sui loro mezzi per proteggere i loro spostamenti durante la ritirata dalla capitale ucraina e in altre zone del Paese. Lo riporta il Guardian. Il procuratore generale dell’Ucraina sta raccogliendo le testimonianza in un dossier: si parla di passeggini piazzati davanti ai carri armati nel villaggio di Novyi Bykiv, vicino Chernihiv, 100 miglia a nord di Kiev. È stato inoltre raccontato che i bambini sono stati presi come ostaggi in una serie di punti caldi del conflitto in tutto il Paese per garantire che la gente del posto non fornisse le coordinate dei movimenti del nemico alle forze ucraine. «Casi di utilizzo di bambini come copertura sono stati registrati nelle oblast (regioni, ndr) di Sumy, Kiev, Chernihiv e Zaporizhzhia», ha affermato Lyudmila Denisova, difensore civico dei diritti umani dell’Ucraina. Il sindaco di Bucha, Anatoly Fedoruk, denuncia:«Ci sono quasi 300 persone sepolte in fosse comuni». E nella stessa città almeno 20 corpi in abiti civili sono stati trovati in strada: uno dei cadaveri aveva le mani legate, a quanto testimoniato da giornalisti sul posto. Anche il governo di Kiev denuncia esecuzioni di civili da parte dei soldati russi: «Bucha, regione di Kiev. I corpi di persone con le mani legate, uccise a colpi di arma da fuoco da soldati russi, giacciono per le strade. Queste persone non erano nell’esercito. Non avevano armi. Non rappresentavano una minaccia. Quanti altri casi simili stanno accadendo in questo momento nei territori occupati?», scrive su Twitter il consigliere del presidente ucraino Mykhaylo Podolyak, postando una foto con tre cadaveri per strada, uno dei quali ha le braccia legate dietro la schiena.

2.35 — Ucciso a Mariupol il regista lituano Kvedaravicius

È stato ucciso ieri a Mariupol all’età di 45 anni e «con una telecamera in mano» il filmmaker e antropologo lituano Mantas Kvedaravicius, lo ha reso noto il regista russo Vitaly Mansky, anima del festival dei documentari Artdocfest di Mosca. Il suo annuncio non ha ancora ricevuto conferme. Kvedaravicius aveva girato il documentario Mariuopolis sulla guerra del 2014 — un’opera presentata al Festival del cinema di Berlino — e un’opera sui rapimenti in Cecenia, Barzakh. Era a Mariupol per documentare l’assedio della città. Si era laureato all’Università di Vilnius, aveva un master in antropologia culturale in Inghilterra, e stava completando la sua tesi di dottorato all’Università di Cambridge.

00.58 — Azov: «Assediati a Mariupol ma pronti a resistere»

«Manteniamo ancora Mariupol, ma il nemico ha preso piede in città. Siamo assediati, nessuna risorsa arriva qui ma possiamo resistere a lungo grazie alla nostra motivazione. I problemi principali sono le risorse umane e le armi anticarro». È la situazione descritta dal capo di stato maggiore del reggimento Azov, Bogdan Krotevich, dell’assedio della città del sud dell’Ucraina.

00.07 — Mosca: entro le 04.00 Kiev dia l’ok all’evacuazione degli stranieri

La Russia ha invitato le organizzazioni internazionali a chiedere a Kiev di notificare la disponibilità ad evacuare gli stranieri entro le 03.00 ora di Mosca del 3 aprile, ossia le 04.00 in Italia. Lo riferisce la Tass. «Un’operazione umanitaria – riferisce un portavoce del ministero della Difesa russo – è possibile solo con la piena assistenza delle autorità di Kiev per il passaggio di un convoglio umanitario da Mariupol, la stretta osservanza del “regime di silenzio” durante l’evacuazione, così come l’eliminazione della minaccia di bombardamento».

Ore 23.54 — Kiev, visita del Papa potrebbe influenzare corso eventi
Un’eventuale visita di papa Francesco a Kiev può influenzare il corso degli eventi riguardanti il conflitto in Ucraina. Lo ha detto il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, in un post su facebook. Lo riporta Ukrinform. Yermak ha ricordato che il pontefice si era rivolto in precedenza ai leader mondiali con un messaggio «per porre fine alla guerra prima che distrugga l’umanità». Secondo Yermak «la visita del Papa a Kiev può influenzare il corso degli eventi. Sottolineerà ulteriormente da che parte sta la civiltà e chi rappresenta la luce in questa guerra», ha aggiunto.

3 aprile 2022 (modifica il 3 aprile 2022 | 13:05)



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