Gio. Apr 18th, 2024

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(ANSA) – PALERMO, 06 APR – Maxi risarcimento per un militare
che, a gennaio 1997, partecipando a un’attività di
addestramento, rimase ferito e con un handicap permanente. Dopo
25 anni, i giudici del tribunale del lavoro di Palermo, hanno
riconosciuto al sergente lo status di soggetto equiparato a
vittima del dovere, e un risarcimento di quasi 300 mila euro,
oltre ai benefit previsti dalla legge (esenzione dalle spese
sanitarie, collocamento obbligatorio, assistenza psicologica. Il
21 gennaio del 1997, il sergente dell’esercito partecipò a una
attività notturna di addestramento, con irruzione e conseguente
ripiegamento, in un casale abbandonato. L’addestramento avrebbe
dovuto svolgersi – come risulta dall’ordine di esercitazione –
senza l’utilizzo di munizioni e, dunque, senza supporto
sanitario. Durante l’esercitazione il plotone da lui guidato si
accorse della presenza di un ordigno, mentre usciva
dall’edificio, uno dei militari urtò inavvertitamente l’ordigno
e lo fece esplodere, causando al sergente un forte trauma
acustico e visivo, nonché lesioni all’occhio sinistro dovute
alle schegge. Nonostante questo, il militare portò a termine la
missione, salvaguardando la salute dei suoi sottoposti. Per
anni, il sergente ha tentato di ottenere un risarcimento, senza
successo. Difeso dallo studio legale Leone-Fell, il giudice del
lavoro ha confermato il diritto all’equiparazione dello status.
   
“Lo status – scrivono nella sentenza – infatti non si estingue
per prescrizione”. “Non possiamo che essere lieti per questo
epilogo – dichiarano Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda
Riolo che hanno difeso i diritti del militare – e, al di là
dell’evidente errore commesso nell’organizzare la missione e che
ha portato al ferimento del capo squadra, ci spiace, ancora una
volta, notare come le amministrazioni siano restie a riconoscere
un diritto obbligando chi è parte lesa a richiedere l’intervento
di un giudice per ristabilire un torto, anche dopo 25 anni”.
   
(ANSA).
   

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