Sab. Mag 18th, 2024

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Dopo essersi rivolto in alcuni suoi video in russo ai militari e alla popolazione russa, il presidente ucraino è stato intervistato da alcuni media russi. Ma dal Cremlino è arrivato subito lo stop alla pubblicazione del colloquio. Anche se il video è stato pubblicato sul sito MeduzaProject, un canale internet dell’opposizione. Per Volodymyr Zelensky, a livello mediatico, è arrivata una vittoria: ha creato un nuovo caso politico in Russia.

L’intervista a Zelensky

Se fino a oggi il presidente ucraino si è collegato con capitali occidentali per parlare con leader politici o giornalisti europeo o statunitensi, questa volta dal suo ufficio di via Bankova a Kiev Volodymyr Zelensky si è collegato direttamente con la Russia.

Da quando il 24 febbraio scorso è iniziato il conflitto, non era ancora successo. Su Zoom dall’altra parte dello schermo c’erano quattro giornalisti russi: Ivan Kolpakov, caporedattore della testata online russa Meduza; Tikhon Dzyadko, caporedattore del canale televisivo Dojd; Mikhail Zygar, scrittore e giornalista; Vladimir Solovyov, corrispondente di Kommersant. La conversazione è durata due ore. L’annuncio dell’intervista è arrivato a sorpresa, fino all’ultimo le stesse autorità russe non ne erano al corrente.

La censura da parte di Mosca

Non appena però si è diffusa la notizia dell’intervista a Zelensky, dalla capitale russa è arrivato il monito alle testate coinvolte, così come alle altre testate, di non pubblicare i contenuti della conversazione.

Il Roskomnadzor, l’autorità del Cremlino che si occupa del controllo dei media, ha diffuso una nota contraria alla pubblicazione dell’intervista. “Un certo numero di media russi – si legge nella nota – compresi media stranieri che agiscono come agenti stranieri, hanno intervistato il presidente dell’Ucraina V. Zelensky. Roskomnadzor avverte i media russi di rifiutarsi di pubblicare questa intervista. È stato avviato un audit contro i media che lo hanno intervistato per determinare il grado di responsabilità e adottare misure di risposta”.

La nota rispecchia quanto previsto dalla legge approvata dalla Duma lo scorso 4 marzo, in cui sono state prese misure volte a controllare la diffusione delle notizie durante l’operazione militare (non definita guerra) in Ucraina.

La pubblicazione sul sito di Meduza

Alle 18:58 però sul canale Twitter di Meduza è stato pubblicato il link che rimanda al video con l’intervista a Zelensky. “Questo contenuto – si legge nella didascalia, non senza una punta di sarcasmo rispetto alle legge russa del 4 marzo – è stato creato da un mass media estero che esegue le funzioni di un agente straniero”.

Entrando nel sito, è possibile trovare subito il link che rinvia al canale YouTube dove è stata pubblicata l’intervista al presidente ucraino. Si notano subito i quattro giornalisti collegati con Zelensky. Lui parla da uno degli uffici di via Bankova. Alle sue spalle una bandiera dell’Ucraina, addosso la “solita” maglietta verde dell’esercito con cui ci si è abituati in tutto il mondo a vederlo in questo mese di guerra.

Zelensky inizia a parlare dopo una breve presentazione fatta dai giornalisti. Beve un sorso di acqua da un bicchiere appoggiato sulla scrivania e poi, come un fiume in piena, risponde alle domande in russo. Nel suo volto traspare la soddisfazione di chi è consapevole di aver centrato, nella guerra mediatica, un colpo molto importante.

Le dichiarazioni di Zelensky

“Ci sono stati vari tentativi di eliminarmi – è uno dei primi passaggi contenuti nell’intervista al presidente ucraino – molti sabotatori russi sono presenti qui a Kiev”. Secondo Zelensky, il Cremlino avrebbe prima tentato di eliminarlo politicamente, successivamente sarebbe arrivata l’idea di eliminarlo fisicamente. Un primo passaggio quindi volto a far sapere in Russia le preoccupazioni sulla sua integrità fisica mentre parla da Kiev.

Un capitolo importante è stato dedicato all’attacco alla propaganda russa. “Non permettono – ha dichiarato il presidente ucraino – di rimandare indietro i corpi dei soldati russi uccisi. Questo probabilmente per non far sapere quello che realmente sta accadendo qui”. Appare palese come uno degli obiettivi di Zelensky sia quello di smontare la narrativa bellica operata fino ad oggi in Russia.

Si arriva quindi al capitolo dedicato a Mariupol. “Questa città – ha affermato Zelensky – sta vivendo un dramma umanitario. La città è bloccata dall’esercito russo. Tutti gli ingressi e le uscite dalla città sono bloccati. Il porto è minato. Risulta impossibile arrivarci con cibo, medicine e acqua, anche per il fuoco dei militari russi sui convogli umanitari, con i conducenti che vengono uccisi. Molti dei carichi sono stati ripresi”. Chiama poi “eroi” i difensori di Mariupol. “Con loro – ha aggiunto – mi sento ogni giorno”. Anche in questo caso c’è il tentativo di superare la ricostruzione russa. Zelensky vuole infatti far sapere che esistono città distrutte e che i raid non riguardano soltanto obiettivi militari.

Importante anche la parte dedicata alle trattative con Mosca. “Noi siamo disposti a parlare di neutralità – ha fatto sapere Zelensky – su questo siamo pronti. Ma non discutiamo invece di smilitarizzazione e denazificazione. Queste sono per me cose incomprensibili”. Infine una stoccata viene data anche all’occidente. “L’Occidente gioca a ping-pong nel decidere chi dovrebbe mandare i jet – ha accusato Zelensky – non si è avuto il coraggio di aiutare concretamente l’Ucraina”.



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